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Universal Design: l’evento dedicato all’architettura accessibile

architettura accessibile

Tra Firenze e Caserta, rispettivamente il 26 giugno e il 1° luglio, si sono svolti degli incontri dal titolo “Universal Design – Per un’architettura accessibile, funzionale e confortevole per tutti” durante i quali si è discusso dell’importanza di ideare e progettare gli spazi in modo tale da garantire il benessere abitativo, nonché di cambiare la forma delle città e degli edifici rendendo ogni ambiente adatto a chiunque senza alcun tipo di discriminazione. Anche la continua evoluzione della tecnologia e tutte le nuove invenzione ci vengono incontro per riuscire ad abbattere le barriere architettoniche, dalla pedana montascale ai sistemi in alluminio per finestre scorrevoli e facciate, fino ai nuovi elettrodomestici che possono essere controllati a distanza tramite apposita applicazione sullo smartphone.

architettura accessibile
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Nascita e obeittivi dello Universal Design

L’obiettivo dei due incontri è stato quindi quello di far capire che nella realizzazione di nuovi scenari di architettura devono essere messe al centro le persone e le loro esigenze così da realizzare spazi che siano facilmente fruibili da chiunque a prescindere dall’età, dal genere, dal background culturale e dalle capacità fisiche e sensoriali di ognuno, ma il termine Universal Design non è un’invenzione recente anzi, è stato introdotto nel 1985 da un architetto americano di nome Ronald L. Mace che, affetto da poliomielite sin da bambino, ha dedicato tutta la sua vita ai temi della progettazione accessibile.

Mace, infatti, costretto sulla sedia a rotelle già a nove anni, si è sempre trovato davanti a numerose difficoltà nell’accedere a determinate strutture, comprese quelle presenti nel campus della North Carolina State University in cui si è laureato proprio in architettura. A partire dalle sue stesse esperienze, Mace introdusse il termine Universal Design e lo definì come la progettazione di prodotti e ambienti che siano utilizzabili da tutte le persone, nella misura più ampia possibile, senza necessità di adattamento o progettazione specifica. Secondo Mace, quindi, il design universale non è una disciplina che realizza degli oggetti specifici per persone con specifiche esigenze ma, piuttosto, una disciplina in grado di realizzare prodotti che siano adatti alla più ampia gamma di persone, degli spazi che possano essere fruiti, utilizzati e compresi indistintamente da tutti.

Nella realizzazione di uno spazio non bisogna quindi rispondere ai bisogni specifici di una fetta della popolazione, o realizzare ambienti che siano destinati ad una minoranza della popolazione ma progettare spazi che incontrino i bisogni di tutte le persone che desiderano utilizzarlo.

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I sette principi dello Universal Design

Il design, per essere definito buono, deve creare un ambiente accessibile, utilizzabile, comodo e piacevole e, soprattutto, che può essere usato da tutti. Nel 1997 il Centre for Universal Design , composto da architetti, designers, ingegneri e ricercatori guidati proprio da Ronald L. Mace, ha definito i sette principi dell’Universal Design con lo scopo di guidare la progettazione di spazi, prodotti e comunicazione.

I sette principi possono essere utilizzati anche per valutare i prodotti già esistenti sul mercato, per guidare il processo di progettazione e per educare architetti e design, ma anche i consumatori, sulle caratteristiche di prodotti e ambienti.​I sette principi dell’Universal Design

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Dublin Thursaday 11th November 2010:K Leisure Centre Athy, NDA. Picture Jason Clarke Photography. No Repro Fee.
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1. Usabilità equa : il design deve essere utile e vendibile a chiunque. Questo significa che l’oggetto o lo spazio deve fornire lo stesso significato di utilizzo a tutti, identico se possibile o almeno equivalente. È importante quindi evitare ogni tipo di categorizzazione del fruitore.

2. Flessibilità d’uso : il design deve sapersi adattare alle preferenze e alle abilità individuali, quindi offrire una scelta nei metodi d’uso e permettere una maneggiabilità sia sinistra che destra.

3. Uso semplice e intuitivo : il prodotto deve risultare facile da capire, a prescindere dall’esperienza, dalla conoscenza e dalle abilità linguistiche del fruitore. È importante eliminare quindi tutte quelle complessità superflue e far corrispondere il prodotto alle aspettative di chi lo acquista.

4. Informazione percettibile : il design deve saper comunicare efficacemente tutte le informazioni necessarie al fruitore, a prescindere dalle sue abilità sensoriali. Il prodotto deve quindi offrire metodi diversi per poter presentare le informazioni essenziali, a livello visivo, tattile, ecc. e deve saper differenziare le informazioni essenziali da quelle secondarie. È fondamentale la leggibilità delle informazioni e che il prodotto sia compatibile con una varietà di tecniche o dispositivi usati dalle persone con limitazioni sensoriali.

5. Tolleranza per gli errori : è importante minimizzare i rischi o le conseguenze accidentali pericolose. È fondamentale quindi prevedere eventuali errori e pericoli ma anche scoraggiare l’utilizzo scorretto del prodotto.

6. Sforzo fisico contenuto : il design può essere utilizzato efficientemente e comodamente con il minimo sforzo. Per poter essere universalmente utilizzabile, il prodotto deve permettere una posizione neutra del corpo durante il suo utilizzo, con il minor sforzo fisico possibile e col minor numero di azioni ripetitive.

7. Dimensione e spazio per approccio e uso : dimensione e spazio devono essere garantiti per poter utilizzare il prodotto, indipendentemente dalle dimensioni del corpo, dalla postura e dalla mobilità fornendo allo stesso tempo una chiara visualizzazione e il facile raggiungimento degli elementi da cui è composto, offrendo quindi anche lo spazio necessario per gli ausili o il personale d’assistenza. ​

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